Home Breve storia del miele
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Benvenuti nel mondo delle api e del miele!
Nel cuore delle terre del
Roero e sul margine della pianura del Tanaro, le suggestive colline di
Pocapaglia sono state luogo ideale per insediamenti umani, già dalla preistoria
come documentano le sepolture a incenerazione rinvenute in regione Saliceto. In
età romana, lo sviluppo dell'abitato, sorto fra le "rocche"
roerine (che, proprio qui, raggiungono la loro più impressionante,
maestosa e straordinaria bellezza), venne favorito dalla vicinanza di
Pollenzo. Nell'alto medioevo, e per lungo tempo, fu possesso delle abbazie di
Nonantola, nel modenese, e di Breme, in Lomellina, erede diretta dell'abbazia
valsusina di Novalesa. Dal XII secolo compare l'infeudazione ai "de
Paucapalea" che poi passerà, dal 1304, ai Falletti di Alba.
IL MIELE
Un dono di fiori e piante
Ci sono diversi modi di definire il miele. Per le api il miele è un alimento
di riserva: solo loro (e pochi altri insetti a loro simili) producono miele
perché sono le sole, tra gli insetti che si nutrono di nettare e polline,
che hanno la necessità di accumulare scorte di cibo, scorte che ottengono
trasformando il nettare, cibo fresco dell'estate, in un alimento a lunga
conservazione. Per i consumatori il miele è un alimento altamente energetico
e dolcificante, ricco di zuccheri semplici. La definizione legale, anche se
forse suona un po' troppo fredda, contiene tutti gli elementi fondamentali
per identificare in modo univoco il miele in quanto prodotto:"…per miele
si intende il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal
nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o
che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano combinano con
sostanze specifiche proprie, immagazzinano e lasciano maturare nei favi
dell'alveare".

Alimento animale o vegetale?
Il miele ha una natura duplice. Animale
perché a raccogliere il nettare dai fiori, gocciolina dopo gocciolina, sono
le api, che poi lo trasformano attraverso un processo altrettanto minuto e
paziente. La materia prima di partenza però è il
nettare, che è di origine vegetale e che caratterizza il miele
più di ogni altro passaggio. Infatti il miele deve le sue peculiarità ai
fiori da cui le api hanno raccolto il nettare. Piante diverse danno nettari
diversi e da qui nasce la grande varietà di mieli prodotti. Altro materiale
di partenza per la produzione del miele è la melata: in questo caso è la
linfa stessa delle piante, di cui si nutrono insetti quali gli afidi e le
cocciniglie. Il surplus di sostanza zuccherina non utilizzata da questi
insetti viene raccolto dalle api.
Il miele: un alimento energetico
Il miele è formato quasi esclusivamente da zuccheri che infatti
rappresentano dal 95 a più del 99% della sostanza secca. Gli zuccheri
semplici (fruttosio e glucosio) costituiscono la maggior parte dell'insieme
di zuccheri (85-95%), generalmente con prevalenza del primo. Le proprietà
fisiche e nutrizionali del miele sono dovute in gran parte a questa
composizione e, in particolare, all'alto contenuto in fruttosio.
In una dieta equilibrata lo spazio destinato agli zuccheri semplici
(alimenti dolci in genere) è piccolo: anche secondo l'opinione comune,
infatti, "i dolci fanno male". In realtà, come per ogni alimento, i dolci
non fanno né bene né male: tutto dipende dalle quantità in relazione con le
esigenze (o i problemi) dell'organismo. E poi c'è dolce e dolce.
Il miele è l'unico alimento che deve tutte le sue caratteristiche alla
natura (piante e api) in quanto per arrivare sulla nostra tavola non subisce
alcuna manipolazione da parte dell'uomo.
Il grande vantaggio del miele è di poter fornire all'organismo calorie
prontamente disponibili, senza richiedere processi digestivi e senza
apportare sostanze indigeribili o dannose. Da questo deriva il suo valore
sia per le persone sane sia per quelle deperite o malate.
Freschezza, naturalezza, genuinità
La qualità del miele è definita da
numerosi elementi. La genuinita è
l'aspetto primo. Al miele in commercio infatti non è permessa l'aggiunta di
alcun altro ingrediente. Niente conservanti né coloranti né aromatizzanti:
l'aroma e il colore del miele sono quelli che gli derivano dalle piante
bottinate dalle api. Tra i prodotti alimentari, il miele è uno di quelli che
possono dare maggiori garanzie riguardo all'assenza di residui di sostanze
estranee: anche in questo caso è la legge, con norme restrittive, a tutelare
la salute del consumatore oltre alla natura stessa del miele. Infatti le api
raccolgono il nettare ben protetto all'interno delle corolle.
Altri aspetti che concorrono a definire la qualità sono la buona
conservabilità del miele, dovuta al suo basso contenuto in acqua, e la
freschezza. Può accadere comunque che il miele contenga un eccesso di acqua
e che questo ne causi la fermentazione.
La freschezza del miele è un'informazione che si può trovare sull'etichetta,
sebbene non sia obbligatorio indicarla.
È possibile comunque riconoscere un miele vecchio perché presenta il
fenomeno della separazione di fasi: il prodotto evidenzia uno strato di
miele liquido alla superficie e uno strato cristallizzato nella parte
inferiore.
Anche i mieli che hanno subito dei trattamenti termici devono essere
considerati di qualità inferiore. Infatti le temperature elevate cui sono
sottoposti ne causano la perdita di alcune caratteristiche naturali. È
meglio quindi diffidare dei prodotti che vengono presentati allo stato
liquido in una stagione in cui sarebbe lecito immaginarli già
cristallizzati, a meno che non si tratti di robinia (acacia), castagno o
melata: con ogni probabilità sono stati scaldati.
Molti degli aspetti qualitativi visti dipendono dal produttore o dal
confezionatore: la sua scelta è infatti molto importante soprattutto per
quegli aspetti per i quali il consumatore è meno tutelato dalle norme
vigenti (denominazioni uniflorali, freschezza). Spesso la coscienziosità del
produttore si può misurare dalla completezza e trasparenza dell'etichetta.
Il miele italiano: un mondo di aromi e sapori
Per chi apprezza il miele o si avvicina
per la prima volta a questo alimento, la grande varietà del prodotto
italiano è proprio la caratteristica di maggior pregio: la ricerca di sapori
sempre nuovi sarà uno dei motivi per scegliere i mieli italiani. Sorprenderà
scoprire quanto il gusto e l'aroma del miele richiamino talvolta il fiore di
provenienza o altri sapori della natura.
Non ci si dovrà comunque soffermare solo sulla scelta di un miele piuttosto
di un altro, perché più dolce o più profumato, ma particolare attenzione
andrà prestata alla qualità. Qualità che il consumatore potrà giudicare sia
attraverso le informazioni contenute in etichetta sia attraverso la
conoscenza acquisita nel consumare il miele come alimento abituale.
Liquido o cristallizzato?
L'immagine più comune del miele è quella di un liquido denso, brillante, di
colore ambrato. Questo ha condizionato per lungo tempo il consumo del miele,
tanto che quello che non corrispondeva a questo stereotipo veniva poco
apprezzato o, addirittura, rifiutato. Oggi il consumatore è più informato e
sa che tutti i mieli sono liquidi al momento dell'estrazione, ma che poi
nella maggior parte dei casi, in un tempo variabile da pochi giorni ad
alcuni mesi, cristallizzano. Si tratta di un processo naturale dovuto
semplicemente al fatto che la maggior parte dei mieli contengono disciolti
più zuccheri di quanti ne possano mantenere stabilmente in soluzione
(soluzione sovrassatura). La cristallizzazione
non incide sulla qualità e si sviluppa in modo variabile a seconda del tipo
di miele e in relazione alla temperatura di conservazione. La scelta tra
liquido e cristallizzato è una questione di preferenze personali; se però si
vogliono privilegiare i prodotti più integri bisogna ricordare che, al di
fuori della stagione produttiva, cioè dall'autunno inoltrato in poi, gli
unici mieli che si mantengono stabilmente liquidi sono l'acacia, il castagno
e il miele di melata. Se altri mieli si presentano liquidi è perché
hanno subito un trattamento termico finalizzato allo scioglimento dei
cristalli, processo che produce la perdita di alcune caratteristiche
naturali del miele.
Tratto da: I colori del Miele (UNAAPI)
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