(Apicoltura in Roero)

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Cacciatori e api. Una storia lunga ottomila anni

Il "cacciatore di miele" è sospeso a mezz'aria lungo le pareti di una roccia priva di appigli. Le api sono impazzite attorno a lui, ma l'uomo non ha esitazioni: le sue mani, come insensibili alle punture, afferrano i grumi di mieli nascosti nei favi e li nascondono in una sacca appesa a una spalla. Nel 1921 venne scoperta in Spagna, non lontano da Valencia, nella grotta del Ragno, una prodigiosa pittura rupestre: era antica di ottomila anni e raffigurava quest'uomo del Mesolitico a "caccia" di miele. L'uomo della protostoria, in Europa, in India, nell'Africa Australe (altri affreschi dell'antichità più lontana sono riapparsi in caverne dello Zimbabwe e mostrano altri uomini intenti a scacciare le api con il fumo), già conosceva il miele ed era disposto a correre rischi mortali pur di godere della sua energia e della sua dolcezza.

 "Cibo degli dei", lavoro delle api, passione degli uomini

Una storia gloriosa ed eterna, quella delle api: gli zoologi della preistoria sono certi che questi insetti abbiano fatto la loro comparsa sulla Terra almeno cinquanta milioni di anni fa. Ed hanno impiegato quaranta milioni di anni a costruire una società organizzata capace di produrre, per il loro stesso sostentamento, riserve di miele. È probabile che, un milione di anni fa, l'uomo lo abbia assaggiato per la prima volta. E lo abbia trovato straordinariamente buono: tanto da non poterne fare più a meno. Per millenni e millenni il miele è stata l'unica risorsa di zuccheri conosciuta dall'uomo.
Gli archeologi sono certi che le prime "arnie" siano apparse in epoche neolitiche, almeno settemila anni fa: erano tronchi cavi, spezzati da un fulmine. Gli antichi Egizi, invece, erano già apicoltori provetti. Ne sono prova i basso rilievi e le pitture murali incise su numerosi templi della valle del Nilo: raffigurano uomini al lavoro con le api. Il miele non era un semplice alimento: era il "cibo dei dei". Ciotole di miele erano deposte accanto ai sarcofaghi all'interno delle tombe dei grandi faraoni: dovevano sfamare il defunto durante il suo lungo viaggio ultraterreno. In Egitto fu inventata l'apicoltura nomade: gli uomini delle api risalivano e discendevano, su grandi chiatte, il corso del Nilo trasportando alveari artificiali modellati in argilla. Inseguivano, con i loro sciami, le fioriture di ogni stagione africana.
Il faraone Ramsès III arriverà a far scortare gli apicoltori nomadi da drappelli di arcieri provetti pur di garantirsi sicuri approvvigionamenti di miele.
Nella Mesopotamia, una delle grandi culle della civiltà umana, il codice di Hammurabi condannava a pene severe i ladri di miele.
Il filosofo greco Aristotele ha scritto pagine straordinarie sul mondo delle api: certo, era convinto che il miele fosse generato dal cielo e che le api si limitassero a raccoglierlo, ma i suoi scritti naturalistici hanno sfidato i secoli. Per Plinio, il miele era "il sudore delle stelle": e il più celebre naturalista dell'antichità descrisse il nomadismo degli apicoltori della Padania lungo le sponde del fiume Po. Virgilio, da poeta, azzardò che il miele fosse "il dono celeste della rugiada". Senofonte fu un pioniere preveggente: era sicuro che gli sciami fossero guidati da una regina e non da un re come si è creduto fino ad anni moderni. Bisognerà attendere, infatti, il XVII secolo prima di trovare autentiche novità scientifiche nello studio delle api.

Il miele dal Medioevo ad oggi

I Romani usarono il miele per celebri salse agrodolci e come conservante alimentare. Carlo Magno obbligò ogni contadino del suo impero ad allevare api. L'uomo apicoltore aveva oramai sostituito l'uomo cacciatore di miele. Gli alveari artificiali erano "bugni villici" come tronchi cavi, ripari di corteccia di sughero, cilindri intrecciati di giunchi, otri di terracotta, autentiche casette in legno. In Slovenia gli apicoltori divennero artisti e decorarono sontuosamente gli alveari conosciuti, in quella terra, come kranjic. Furono i viaggi di Cristoforo Colombo a mettere in crisi i successi del miele. Dalle Americhe arrivò sui mercati europei lo zucchero di canna in grandi partite. Ben presto divenne un cibo pregiato per le tavole di una ricca nobiltà. Era il 1500 e lo zucchero decretò il primo tramonto del miele. Nel 1747 botanici-agronomi scoprirono che si poteva ottenere anche dalla barbabietola: il nuovo dolcificante, a basso prezzo, fece scomparire il miele anche dalle tavole dei poveri.

 

Dall'alveare alla tavola

Se l'uomo agricoltore cominciò a disinteressarsi delle api e del miele, il mondo della scienza fu attratto, come un orso goloso, dall'universo fantastico di questi insetti. Rudimentali arnie fecero la loro comparsa negli allevamenti superstiti: consentivano di evitare lo sterminio delle api per recuperare il miele. Luis Mendel de Torres, un naturalista spagnolo, descrisse per primo nel 1586, il ruolo dell'ape regina. Linneo, nel 1761, regalò all'ape domestica il nome scientifico di Apis mellifica. Vent'anni prima il fisico e scienziato francese René Antoine Ferchault de Réaume aveva pubblicato un'autentica enciclopedia, sulle api. De Réaume, uno dei fondatori della moderna entomologia, passò anni a sorvegliare e censire le uscite e gli ingressi delle api da un alveare. Epiche le ricerche di François Huber, un naturalista svizzero cieco: fu capace di dimostrare, nel 1792, il sesso femminile delle api operaie. Quelle stesse api che, quasi due secoli più tardi, valsero un frammento decisivo del premio Nobel assegnato al medico e zoologo austriaco Karl von Frish: fu lui ad osservare la danza delle api felici di mostrare alle loro "colleghe" i fiori ricchi di nettare. Von Frish aveva scoperto il metodo di comunicazione fra gli insetti. E i miele, lentamente, riconquistò anche il gusto degli uomini, il favore dei cuochi, il palato dei golosi. E la passione degli uomini delle campagne: nel 1851, un apicoltore americano, Langstroth, aveva costruito e messo a punto una strana cassetta per api dai telai estraibili: era la prima, vera "arnia

 

Tratto da: I colori del Miele (UNAAPI)

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Ultimo aggiornamento: 03-12-03

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